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Complesso museale di San Francesco
Il complesso museale allestito all'interno dell’ex convento di San Francesco, edificato a partire dal XIII secolo, ricostruito e decorato nella prima metà del XVII, con un chiostro esterno affrescato da Bernardino Gagliardi con le Storie della vita di San Francesco, sorge nel centro storico di Trevi e ospita la Raccolta d'arte di San Francesco e il Museo della Civiltà dell'ulivo.
Complesso museale di San Francesco
Palazzo Lucarini
Palazzo Lucarini è un imponente edificio costruito nella seconda metà del Quattrocento di fronte al Duomo. Qui, nel 1644, fu istituito il Seminario poi Collegio Lucarini da Virgilio Lucarini, protonotario apostolico. Tale istituto accoglieva i giovani capaci e bisognosi non destinati allo stato ecclesiastico ma indirizzati verso lo studio della giurisprudenza e della medicina. Il Collegio, anche dopo l’estinzione della famiglia Lucarini, ha avuto vita autonoma fino al 1832. Dal 1978 il palazzo è di proprietà del Comune di Trevi che lo ha destinato in parte ad uso residenziale e in parte a sede espositiva di arte contemporanea accogliendo l’associazione “Palazzo Lucarini Contemporary”.
Palazzo Lucarini
Museo della Civiltà dell'Olio
Allestito nel 2006 negli ambienti dell’ex convento di san Francesco è stato ideato e realizzato per “raccontare” la secolare storia della coltivazione dell’olivo e della produzione dell’olio nella fascia olivata della valle spoletana. Il visitatore, con l’ausilio di audio guide e nuovi sistemi digitali, avrà modo di conoscere il microcosmo tradizionale legato all’ulivo e all’olio attraverso il racconto, anche in dialetto, di un esperto coltivatore del luogo. Il percorso di visita si articola in otto sezioni: l’ulivo di sant’Emiliano, la varietà degli ulivi, l’ambiente olivato, metodi di potatura, di raccolta, il frantoio, il magazzino dell’olio. Altre tappe tematiche presentano i rituali, le superstizioni e le credenze religiose tipicamente locali. E’ il primo museo a carattere pubblico in Italia e in Europa.
Museo della Civiltà dell'Olio
Chiesa di San Francesco
Secondo la tradizione il convento fu istituito vivente san Francesco. Fu completamente ricostruito fra il 1640 ed il 1648 e il nuovo chiostro fu dipinto da Bernardino Gagliardi con gli episodi della vita di san Francesco. Il convento dopo la soppressione napoleonica non fu più aperto. A seguito del terremoto del 1832 il convento fu restaurato da Giuseppe Valadier per ospitare i collegiali di palazzo Lucarini. Da questo periodo, fino al 1996, anno dell’apertura del museo, il complesso fu adibito a edificio scolastico. Adiacente il convento è la chiesa di san Francesco edificata tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. L'edificio conserva le caratteristiche tipiche delle chiese degli ordini mendicanti, unica navata, tetto a cavaletti, abside dipinta con la storia della vita di Maria. Ai lati dell’abside i monumenti funebri di due influenti famiglie trevane: a sinistra la cappella di sant’Antonio con affreschi della prima metà del XIV secolo e il monumento sepolcrale di Valente di Giacomo Valenti datato 1357, a destra la cappella dell’Immacolata con il monumento funebre della famiglia Petroni della prima metà del XIV secolo e interventi del XVIII secolo. Nell’iconostasi dell’abside centrale la Croce dipinta del Maestro del Crocifisso di Trevi della prima metà del XIV secolo.Lungo le pareti della navata affreschi databili tra il XIV e il XV secolo, fatta eccezione per la Sacra Famiglia, opera di Fabio Angelucci da Mevale, nella parete sinistra datata 1577. Da evidenziare l’organo presente nella parete sinistra, un rarissimo esemplare superstite di “organo da muro”. Datato 1504 è il più antico esemplare in Umbria.
Chiesa di San Francesco
Teatro del Clitunno
La tradizione teatrale a Trevi risale all’epoca romana, come attestano lo storico Svetonio nella vita di Tiberio e l’epigrafe dedicata a Lucio Succonio, che si conserva nella sezione archeologica del Complesso Museale di San Francesco. Il teatro del Clitunno conserva i caratteri dei teatri post unitari. Iniziato a costruire nel 1874 con i fondi messi a disposizione dal Comune di Trevi e da alcune illustri famiglie di Trevi su progetto dell’architetto-costruttore Domenico Mollajoli, fu inaugurato nel 1877 con la messa in scena della tragedia Maria di Rohan di Gaetano Donizetti. L’interno, perfettamente conservato e restaurato (1993) evoca la romantica atmosfera fin de siécle. Il sipario storico, dipinto nel 1877 dall’artista perugino Domenico Bruschi, raffigura Caligola al tempio del dio Clitunno.
Teatro del Clitunno
Chiesa di Sant'Emiliano, Duomo di Trevi
Dedicata a Sant’Emiliano, primo vescovo e protettore della città di Trevi, fu edificata nel XII secolo. Nel 1465 il preesistente edificio romanico fu quasi completamente distrutto per ampliare la chiesa ad opera di maestranze lombarde. Da allora numerosi rimaneggiamenti hanno interessato la chiesa fino a quello più radicale, della seconda metà del XIX secolo, condotto dall’architetto romano Luca Carimini che ne ha conferito l’aspetto attuale. All’esterno sono ben visibili le tre absidi, ornate da elementi scultorei del primitivo impianto romanico riferibile alla fine del XII secolo. All’esterno della chiesa rinascimentale rimane il portale d’ingresso con sopra la statua di sant’Emiliano orante. L’attuale ingresso è ornato da un’edicola raffigurante sant’Emiliano fra i leoni del 1485 circa. L’interno conserva un fonte battesimale del XV secolo, la statua lignea del Santo del 1751, opera in legno policromo di Pietro Epifani, le sue reliquie, rinvenute sotto il pavimento del Duomo di Spoleto nel 1660, e uno splendido altare dedicato al Santissimo Sacramento, realizzato da Mastro Rocco Tommaso da Vicenza nel 1522. Le statue di san Giuseppe e Maria sono opera di Mastro Maria di Gaspare da Como. In fondo alla navata di destra il monumento al Redentore opera dello scultore Cesare Aureli. Entrando dalla porta a lato dell’altare dedicato alla Trinità, eretto da Fausto Valenti nel 1585, si può vedere l’interno delle absidi romaniche con affreschi del XV secolo.
Chiesa di Sant'Emiliano, Duomo di Trevi
Ulivo di sant’Emiliano
Scendendo a valle, in località Corciano nei pressi dell’Abbazia di san Pietro di Bovara, troviamo l’olivo di sant’Emiliano censito nel 1982 dal Corpo Forestale dello Stato tra gli alberi monumentali d’Italia. Geneticamente posto fra l’olivastro e la varietà Moraiolo presenta una circonferenza del tronco di circa 9 metri e una altezza di 5 metri. L’età, rilevata è di 1599 anni, datazione che lo colloca fra i patriarchi verdi più antichi dell’intero territorio umbro. L’ulivo è saldamente legato alla tradizione popolare che individua qui il luogo del martirio del Santo Miliano che, durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano del 303 d.C., fu decapitato dopo essere stato legato ad “una giovane pianta di olivo”.
Ulivo di sant’Emiliano
Villa Fabbri
La villa, voluta da Girolamo Fabri per "sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese..." , è un magnifico edificio tardo cinquecentesco prospiciente Piazza Garibaldi. S’identifica come felice raccordo tra il centro urbano e la campagna olivata circostante. Nel 1912 al corpo originale fu aggiunta l’ala ovest per accogliere il Collegio Boemo che aveva acquistato la villa dai conti della Porta-Carrara nel 1891. In tale occasione le facciate della villa furono decorate con graffiti raffiguranti città e santi della Boemia.Le sette sale del piano nobile conservano dipinti degli inizi del Seicento (1602-1605) opera di Antonio Circignani e Ventura Salimbeni. Al piano terra la inconsueta cappella della villa dipinta nel 1914 dagli artisti Cila e Pantaleo Mayor, autorevoli membri della scuola di Beuron, rara testimonianza del movimento artistico tedesco sviluppatosi nella metà del XIX secolo ed ispirato a modelli pittorici egizi, greci, romani e bizantini, secondo esempio in Italia dopo l’abbazia di Montecassino. La villa è al centro di un grande parco, ridisegnato nel 2015 e diviso su tre terrazzamenti, in uno dei quali si conservano i resti di un ninfeo, da cui si può ammirare il magnifico paesaggio olivato di Trevi. Nel 2000 la proprietà della villa è passata al Comune di Trevi che ne ha curato il restauro per ospitare l’Osservatorio Regionale per la Biodiversità e il Paesaggio Rurale.
Villa Fabbri